Taralli dolci morbidi con semi di anice

L’antica ricetta calabrese della nonna dei taralli dolci morbidi con semi di anice selvatico è semplice, sana, economica e ottima sia per la colazione che per uno spuntino. Sono delle brioche a pasta lievitata senza burro, con poco zucchero, aromatizzate con semi di anice nero selvatico che in alcune parti della Calabria si chiama “aranzo”, in altre “ananzu”, ogni borgo lo identifica con un nome dialettale diverso. I semi di anice nero selvatico, che cresce spontaneamente sulle pendici della Sila fino ad un’altezza di 900/1000 metri di altezza, sono molto difficili da reperire è un prodotto di nicchia, raro e costoso. A me lo procura una signora che lo raccoglie personalmente e lo vende a caro prezzo in piccoli vasetti tipo quelli degli omogeneizzati, non puoi immaginare il profumo che si sprigiona all’apertura di quel piccolo vasetto. Data la difficoltà nel reperire l’anice nero selvatico in sostituzione puoi utilizzare tranquillamente quello che si trova comunemente in commercio.

  • DifficoltàMolto facile
  • CostoMolto economico
  • Tempo di preparazione40 Minuti
  • Tempo di riposo3 Ore
  • Tempo di cottura30 Minuti
  • Porzioni12
  • Metodo di cotturaForno
  • CucinaItaliana

Ingredienti per fare i Taralli dolci morbidi con semi di anice

Come ho detto in precedenza, data la difficoltà nel reperire l’anice nero selvatico, in sostituzione, puoi usare i semi di anice, preferibilmente biologici, che si trovano in commercio nei supermercati o nelle erboristerie. In Calabria è molto apprezzato anche il liquore all’anice che custodisce tutte le virtù fitoterapiche dell’anetolo racchiuso negli oli essenziali dell’anice. Un liquore senza zucchero con forte gradazione alcolica, si può offrire liscio, nel caffè, con ghiaccio e acqua, per realizzare dolci tipici, cocktails, aggiunto nelle macedonie ottimo anche su fette di ananas appena zuccherate. Per l’antica ricetta è previsto l’uso di lievito madre, ma puoi usare tranquillamente il lievito di birra fresco o secco.

1 kg farina
3 uova
125 g zucchero
300 g lievito madre (o 1 cubetto di lievito di birra o 2 cucchiaini di lievito di birra secco)
125 g olio extravergine d’oliva
q.b. semi di anice (a piacere 3/4 cucchiaini)
1 pizzico sale
1 uovo (per spennellare prima di infornare)
q.b. acqua

Strumenti per fare i Taralli dolci morbidi con semi di anice

Puoi impastare a mano, con il mixer o con la planetaria. Per gli impasti lievitati la planetaria offre risultati eccellenti. Ultimamente ho acquistato la mia prima planetaria, è economica rispetto a tante altre, mi si è aperto un mondo nuovo, mi trovo così bene che, non avendola trovata come la mia, ho regalato questa alla mia deliziosa nuora.

Impastatrice
oppure Mixer
Spianatoia
2 Teglie grandi + carta forno

Preparazione dei Taralli dolci morbidi con semi di anice

Se impasti a mano dovrai usare acqua tiepida per tutta la preparazione. Se utilizzi il mixer o la planetaria dovrai utilizzare acqua tiepida solo per squagliare il lievito, per il resto dell’impasto acqua fredda. Con il mixer ti consiglio la funzione pulse per evitare di scaldare troppo l’impasto.

Se usi il lievito madre mettilo nell’impastatrice o mixer o ciotola e scioglilo con aggiunta di acqua, deve raggiungere la consistenza di una pastella. Se usi il lievito di birra scioglilo in un bicchiere con un pochino di acqua tiepida. Se invece utilizzi il lievito secco non devi far nulla, metti direttamente la farina nel mixer o planetaria o ciotola e lo mischi a secco prima di aggiungere gli altri ingredienti.

Inserisci tutti gli ingredienti tranne i semi di anice e aggiungi l’acqua necessaria per ottenere un impasto omogeneo. L’impasto non dev’essere duro. Impasta fino a quando lo stesso è liscio ed elastico. Raggiunta l’incordatura (vedrai che l’impasto si stacca dalle pareti mentre lo lavori) inserisci i semi di anice e continua ad impastare fino a quando si sono ben distribuiti. Se hai impastato con il mixer trasferisci l’impasto ottenuto in una ciotola altrimenti usa la stessa che usata per impastare, copri la ciotola con pellicola o canovaccio e lascia lievitare fino a quando ha raggiunto il raddoppio del volume.

Semi di anice nero selvatico calabrese

Una volta lievitato trasferisci l’impasto sulla spianatoia, fai delle porzioni di circa 80/100 g, con ogni porzione forma un filoncino e unisci le estremità per dare la forma al tarallo. Sistema i taralli ben distanziati tra di loro su di una teglia coperta da carta forno. Lascia lievitare nuovamente fino al raddoppio.

Taralli dolci morbidi calabresi con anice selvatico

Accendi il forno e preriscaldalo a 180°. Prima di infornare spennella i taralli con l’uovo sbattuto. Sebbene non previsto nella ricetta uso spolverare i taralli con un pizzico di zucchero di canna, ma questo è facoltativo.

Inforna una teglia per volta nella parte bassa del forno e cuocili per circa 30 minuti fino a quando sono ben dorati. I nostri taralli dolci morbidi con semi di anice sono pronti per essere assaporati.

Conservazione e consigli

Puoi congelare i Taralli dolci morbidi con semi di anice e tirarli fuori all’occorrenza. Li puoi anche scongelare velocemente al microonde, basta un minuto a minimo voltaggio. Puoi usare questa stessa ricetta aromatizzandola con altri ingredienti, vi puoi aggiungere scaglie di cioccolata al latte o fondente, uva passa o altro. Ho trovato l’antica ricetta grazie al gruppo Facebook “Amo la cucina calabrese”, una signora, di cui purtroppo non ricordo il nome, ha raccontato l’antica ricetta della nonna che io ho trascritto immediatamente. La faccio da circa 10 anni. Nella Categoria: Dieta Mediterranea troverai tantissime ricette utili per una sana e gustosa alimentazione personale e familiare e nella Categoria: Ricette calabresi altre ricette tipiche.

Avevo pubblicato questo post in formato articolo il 12 Dicembre 2013, come potrai notare da alcuni commenti risalenti a quel periodo, oggi lo riedito e aggiorno in formato ricetta.

Un grandioso saluto da Nonna Picetto 🌶

Post e foto di Maria Grazia Trocini (Nonna Picetto)

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Pubblicato da Nonna Picetto 🌶

Ciao, sono Maria Grazia Trocini, mamma e moglie fin da quando avevo 16 anni, nel 1983. Ti chiederai, perché Picetto? Nel 2007 desideravo iscrivermi al Forum del Gambero Rosso, unico sito per gli appassionati di vini e cucina dell'epoca, non riuscivo a trovare un nickname per poter accedere, tutti i miei tentativi risultavano vani. A quei tempi non c'era l'adsl, internet era lentissimo, quando si doveva caricare una pagina, nell'attesa, potevi farti una passeggiata, prepararti un caffè o guardare ipnotizzata quella rotellina come un'ebete. Dopo svariate prove, ho utilizzato il soprannome di mio figlio minore e, finalmente, ho ottenuto l'agognato risultato. Per il mondo virtuale rimango ancora oggi Picetto e, dato che sono diventata nonna, Nonna Picetto 🌶.

11 Risposte a “Taralli dolci morbidi con semi di anice”

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