La mia storia – Poco su di me

Io Maria Grazia Trocini Nonna Picetto 🌶

Se vuoi sapere com’è nato il mio Ricettario e perché mi faccio chiamare Nonna Picetto 🌶 ti consiglio di leggere il mio Media Kit.

Biografia

Sono nata a Roma il 14 Agosto 1967, ma da sempre vivo in Calabria. Sebbene abiti su di una collina adiacente alla città mi ritengo campagnola perché sono cresciuta in una villa piena di animali, sembrava uno zoo e tutto intorno c’era la campagna, con frutteti, oliveti e vigneti. Mia madre era una casalinga con molti hobby ed impegni, ornitologa, giudice internazionale di uccelli indigeni, esotici ed ibridi. Mio padre imprenditore edile, cacciatore e giudice cinofilo. Mia madre era fissata con l’educazione e le buone maniere. Fin da piccolina mi ha insegnato a mangiare correttamente, composta con i gomiti vicino al corpo e la testa ben alta, posizionava dei libri sotto le ascelle ed un cuscino sulla sedia per mantenere la posizione ideale. Mi aveva spiegato bene l’utilizzo delle posate adatte ad ogni portata e come si apparecchiava la tavola in modo corretto. Mi ha insegnato a giocare a bridge, poker, canasta ecc. ecc. In casa nostra metteva sempre la musica classica per farmi apprezzare le varie opere e suggeriva i libri da leggere. Viaggiavamo moltissimo. A 12 anni mi mandò a Londra in college per un viaggio studio al fine di imparare l’inglese e mi fece fare anche un corso di dattilografia, diceva che queste cose un giorno mi sarebbero state utili.

Per migliorare la postura da maschiaccio mi faceva camminare con i libri in testa e mi iscrisse a scuola di danza, che frequentai con passione. Ho iniziato con la danza classica, poi sono diventata troppo alta per quella disciplina e sono passata alla moderna e rock and roll acrobatico. Il mio sogno era di diventare una ballerina o iscrivermi all’ISEF per fare l’insegnate di ginnastica altra mia passione, mai e poi mai avrei pensato di studiare diritto!

La strambata

La mia vita ha avuto una strambata quando ho conosciuto al liceo mio marito! Io avevo 14 anni e lui 19. Sono diventata mamma e moglie a 16 anni! Eravamo ancora studenti! Mentre i nostri coetanei pensavano a divertirsi noi ci siamo chiusi, dovevamo creare dal nulla qualcosa di concreto per i nostri figli che in seguito sono diventati due! Dal vivere in una villa con due donne di servizio e un giardiniere ho dovuto imparare a fare tutto da me! Senza dilungarmi perché potrei scrivere un libro sulla nostra storia, che di fatto ho scritto e conservato per ricordare, in poco tempo mio marito si è laureato, è un bravissimo avvocato ed io, sebbene mi sia sempre occupata in prima persona della famiglia, ho collaborato per creare il nostro Studio Legale. Quante volte il figlio maggiore seguiva il minore mentre noi nell’altra stanza studiavamo infinite Rassegne Giurisprudenziali per sussumere la sentenza al caso concreto ecc. ecc.! Quando ancora non esistevano i pc, mio marito dettava ed io scrivevo gli atti con una macchina da scrivere, quindi il corso di dattilografia mi è stato utile! Poi finalmente è arrivato il computer con internet che ha rivoluzionato tutto. I nostri tempi sono scanditi dagli impegni lavorativi, senza orari predefiniti! Ho dovuto imparare a cucinare alla velocità della luce! Giusto il tempo in cui bolle l’acqua e si cuoce la pasta, trito e affetto a coltello, anche senza guardare, non potrei mai fare a meno della tecnologia in cucina! Al giorno d’oggi il secondogenito è diventato Avvocato, la mia presenza assidua allo studio non e più necessaria ed io posso stare di piú a casa ed occuparmi dei nipotini quando serve.

Mia madre

Era nata a Zara nel 1942, da bambina aveva vissuto l’esodo istriano o esodo giuliano-dalmata, ovvero la fase terminale della seconda guerra mondiale. Da li andò a vivere a Sopra Bolzano, Trieste, Perugia, Roma e infine in Calabria dove ha incontrato mio padre.

Era bellissimo stare in cucina con lei, particolarmente quando si dovevano preparare i banchetti, le conserve ed i dolci per le festività. In cucina indossava dei grandissimi grembiuli colorati lunghi fino ai piedi che aveva cucito lei stessa. Prendeva il suo libricino, i manuali (Carnacina e Talismano della felicità) e via in un turbinio di rumori, odori, vapori e sapori. Sembrava “l’apprendista stregone” che dava a tutti il proprio incarico e nello stesso tempo mi ricordava le elefanti danzanti di “Fantasia”, che a dispetto della loro mole avevano una leggerezza nei movimenti degna della ballerina più magra e leggiadra. Mi ricordo quando dirigeva, ogniuno aveva il suo compito, chi si occupava dei crostacei, chi puliva il pesce, chi le verduere ecc. ecc., la cucina era piena e venivano fuori dei banchetti luculliani! Penso di aver acquisito la passione per l’arte culinaria da questi momenti vissuti. Mi ha trasmesso la passione! Da lei ho appreso le basi della cucina italiana, sono diventate parte integrante del mio sapere che io ho ulteriormente approfondito in modo minuzioso. Guardandola ho imparato a cucinare i risotti, la polenta, i brasati, i grandi arrosti, la cacciagione, a sezionare e disossare le carni, a cucinare pesce, crostacei e molluschi, a fare la maionese, la bechamel, i crauti, la salsa al rafano, i lievitati e tanto altro che non inserisco per non dilungarmi ulteriormente.

Ricette calabresi

Quando ero piccola il nonno paterno desiderava tanto che io apprezzassi la cucina calabrese, sapeva che mamma cucinava benissimo, ma non ricette calabresi. Se Maria cucinava qualche cosa di speciale (ad es. :la Sagna, i vermicelli con il sugo e le polpettine, la pasta china, le melanzane ripiene e tanto altro) mi faceva sempre portare un piatto e che piatto! Ci poteva mangiare una famiglia intera! Che bello quando suonava alla porta con quel sorriso e il suo piatto inaspettato, coperto con un altro piatto e avvolto in uno strofinaccio candido annodato per mantenere il calore! 

Maria e Bice mi hanno insegnato le basi della cucina calabrese. Maria era la governante di mio nonno paterno e Bice la vedova di un colono, loro due avevano cucinato moltissimo per i tanti banchetti che venivano organizzati nei tempi perduti.

Fin da bambina ho visto la fatica, il sudore, anche se io ero una privilegiata! Mio nonno era un imprenditore edile e grande proprietario terriero con tantissimi alberi di fico, viti, olivi ecc.! Ho visto le donne lavorare con fatica e io ero in mezzo a loro, correvo e giocavo libera come una bestiolina, loro, al contempo, tramandavano! Quando mi portavano con loro a raccogliere i fichi m’insegnavano a scegliere quelli che avremmo utilizzato per l’essiccazionele utili per fare crocette e altre preparazioni, quelli da infornare per fare i palloni e i più bruttini per fare il miele. Anche a me ardevano le carni a causa del latte di fichi fuoriuscito dal picciolo e ogni parte di pianta staccata e dagli insetti che ci assalivano, ma io ero contenta, viva! Anche dopo un grande bagno il prurito rimaneva, ma per poco! All’epoca non davo importanza a tutto ciò, ma è rimasto nel cuore, nell’anima, mi brucia dentro! Non dimenticherò mai Maria e Bice che dirigevano tutte le altre Signore, quei gesti antichi ripetuti nel tempo, le loro chiacchiere, i loro sorrisi, i loro visi solcati dalle rughe, le loro mani dure come carta vetrata. Da loro ho imparato la cultura calabrese contadina! La conservazione delle scorte, la lavorazione e festa del Maiale, e tantissimo altro! Donne meravigliose, d’altri tempi, che mi hanno cresciuta seduta sui loro gradini a suon di: pane casereccio e pomodoro strofinato; pane e sughetto; frittata con il sangue delle galline perché da piccola ero cagionevole; sanguinaccio; sopressate; salsicce; capicolli; fichi infornati; forni a legna accesi; mi hanno portato a raccogliere le erbe di campo e insegnato come si cucinano; le guardavo quando facevano il sapone fatto in casa con il grasso del maiale; lavavano e cardavano la lana per poi fare i materassi; preparavano infinite conserve ecc. ecc. ecc. L’immensa cantina di mio nonno era piena di ogni ben di Dio! C’erano le botti con il vino e le bottiglie travasate. Le giare piene di olio. Quantità di conserve di tutti i tipi. Una stanza piena di paglia su cui conservava tante varietà di mele e meloni gialletti e verdi. In soffitta, invece, vi erano appesi salsicce, sopressate, capicolli e prosciutti.

Adoro il mare! Tropea e la Costa degli Dei mi hanno incantata!

Un grandioso saluto da Nonna Picetto 🌶

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