CULLURIELLI DI CALABRIA

CULLURIELLI DI CALABRIA

I CULLURIELLI DI CALABRIA sono ciambelle fritte di pasta lievitata, a base di farina, patate lesse e  lievito di birra, per tradizione nel cosentino si preparano il giorno dell’Immacolata.
I cullurielli si possono mangiare sia così al naturale che, come preferisce mio marito, passati nello zucchero. Io li gradisco salati. La ricetta mi è stata regalata da mio suocero, l’ha recuperata da un certo “SIG. DONATO IL MAESTRO DEL CULLURIELLO”.

CULLURIELLI DI CALABRIA

Per la ricetta e il giusto procedimento consiglio di leggere la ➡️ versione aggiornata con spiegazioni dettagliate e foto passo dopo passo ⬅️

Ingredienti:
1k di farina
500 g di patate
 25g di lievito di birra
 45g di sale
io ho aggiunto un pizzico di zucchero nel lievito

Procedimento:

 Mettere un po’ di farina sulla spianatoia, aggiungere le patate lesse passate al passa patate, fare la fontana ed aggiungere il lievito di birra con un pizzico di zucchero squagliato in pochissima acqua tiepida. Tutto intorno, lontano dal lievito, inserire il sale. Mischiare il tutto aggiungendo poco per volta la farina (quanta ne riceve). La dose della farina non è tassativa. Dipende dal tipo di patata. Le migliori, per i miei gusti, sono le patate rosse silane. Hanno pasta gialla molto compatta e prendono poca farina. Le patate a pasta gialla normali, invece, prendono maggiori quantità di farina. In ogni caso la patata dev’essere a pasta gialla. Impastare a lungo, dividere l’impasto in tante palline della grandezza di un piccolo mandarino e posizionarle sulla spianatoia infarinata ad una certa distanza una dall’altra, per permettere la lievitazione. Spruzzare le palline con un po’ di farina, coprire il tutto con una tovaglia pulita ed una coperta. Lasciare lievitare fino a quando non hanno raddoppiato la propria dimensione.
CULLURIELLI DI CALABRIA
Mettere sul fuoco una pentola a bordi alti con almeno 1 l di olio d’oliva o di semi di arachidi e lasciarlo riscaldare, appena raggiunta la temperatura adatta per la frittura (mai il punto di fumo), friggere i cullurielli, uno, due per volta, pigliando la pallina, bucandola al centro con un dito, per dare la forma della ciambella e posizionarla nell’olio bollente, con il manico di un cucchiaio di legno, girare nel buco della ciambella mentre inizia a friggere nell’olio per far si che mantenga ed allarghi il buco. Girarli spesso per ottenere una doratura ottimale, toglierli dal fuoco e metterli a perdere olio in uno scolapasta prima di posizionarli nel piatto di portata. Aggiungere sale se necessario.
Un grandioso saluto
Post e foto di Maria Grazia Trocini (Picetto)

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12 Risposte a “CULLURIELLI DI CALABRIA”

  1. Nonostante il fatto io sia calabrese non ho mai sentito parlare di questo piatto! oppure l'interpretazione che si fanno nelle mie parti ha un nome diverso,cioè Zeppole!Complimentoni (:

  2. Ciao Martina,grazie per la tua gradita visita, ho notato che la Calabria offre un'infinità di ricette, in ogni borgo diverse. Questa è una preparazione fondamentalmente salata, un saluto affettuosoM.G.

  3. wow, dalla foto sembrano proprio tipo quelle che ho sempre mangiato anche io!!! Proprio stasera stavo cercando disperatamente in casa la ricetta ma non riesco a trovarla, e ora mi sono imbattuto in quella tua che mi sembra sia simile… non ricordo bene se però in quella che avevo io (e che avevo fatto qualche anno fa) era 1kg di farina e 1kg di patate. Per sicurezza provo la tua :)GrazieCiao

  4. Solo ora ho letto il tuo commento e me ne dispiace!La quantità di farina, secondo me, varia a seconda del tipo di patate, se sono acquose ce ne vuole di più, gli antichi dicevano: "quanta se ne prende". Benvenuto sul mio blog, salutiM.G.

  5. Ciao cosi li chiamiamo anche nel mio paese "I cullurialli" se ne fanno in gran quantità nel periodo natalizio e in tante occassioni di convivialità, tipo tanti ospiti o nelle sagre del paese e sono tanto tanto buoni, un appunto ti voglio fare mi sembra troppo 45 gr di lievito di birra per 1 kg di farina, io da buona calabrese, al massimo ne uso metà cubetto, basta farli lievitare un po di più ma sono molto più digeribili.

  6. Grazie per il tuo prezioso e utilissimo consiglio che condivido pienamente. Questa ricetta mi è stata data tantissimi anni fa e la ho fedelmente trascritta, in ogni caso, generalmente occorre molta più farina. Verrò sul tuo blog, sono sicura che troverò la tua ricetta, sarà sicuramente eccelsa. In cucina non si finisce mai di imparare! Un grandioso salutoMaria Grazia

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